di Assuntina Morresi

Sono molte le incongruenze nelle ragioni di chi difende la pratica della gravidanza conto terzi

La surrogazione di maternità è di per sé un fenomeno commerciale: non può esisterne una forma gratuita, e tanto meno “solidale”, proprio per la natura stessa di questo nuovo paradigma di maternità. La cessione di neonato a seguito di un contratto fra più soggetti è al momento già riconosciuto come un reato universale e perseguito in tutto il mondo, tranne in un caso: quando il contratto viene stipulato prima del concepimento del nascituro, e, al tempo stesso, prevede che il concepimento avvenga mediante fecondazione assistita, solitamente extracorporea, cioè con l’embrione formato in vitro. È infatti la stipula di un contratto per programmare un concepimento da effettuarsi esclusivamente con tecniche di fecondazione assistita a creare il fenomeno dell’utero in affitto, consentendolo in diversi paesi al mondo. Il contratto stipulato dopo il concepimento significherebbe l’impegno di una donna già incinta a cedere il nascituro su richiesta di terzi e dietro compenso o vantaggi: un reato ovunque. E se il contratto fosse stipulato prima del concepimento, ma questo avvenisse con un rapporto fisico fra un uomo e una donna, non sarebbe possibile costruirci un’industria planetaria, come invece è la surrogazione di maternità.

La gravidanza conto terzi richiede necessariamente un’organizzazione complessa e molto costosa, considerando anche che difficilmente le strutture e le persone coinvolte si trovano nello stesso paese: da chi vende i propri gameti alla biobanca che li distribuisce; dalle madri surrogate e gli eventuali partner ai professionisti di centri e cliniche di fecondazione assistita e, ovviamente, agli aspiranti genitori, che possono essere single o coppie, etero o omosessuali, con le rispettive normative implicate. La cittadinanza del bambino che nascerà dipenderà dalla combinazione delle leggi a cui devono rispondere i diversi soggetti implicati, nei rispettivi stati. E’ quindi indispensabile una organizzazione ad hoc, altamente specializzata dal punto di vista della legislazione di merito, e che provveda anche alla pubblicità necessaria per farsi conoscere nel mercato di riferimento, giocoforza internazionale.

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