intervista di Luciano Moia

Gandhi, Einstein, Hitler e Stalin sono stati tutti pessimi esempi di paternità. L’avvocata Laura Gaetini: più difficile per gli uomini ridefinire i ruoli

Che cosa avevano in comune Ghandi, Einstein, Stalin, Hitler, Pasolini? Hanno avuto padri problematici oppure loro stessi sono stati pessimi esempi di paternità. Le loro vicende familiari diventano così testimonianza della difficoltà relazionale tra padri e figli maschi, un rapporto che dovrebbe essere indagato meglio per comprenderne la complessità e, quando è possibile, riaggiustare il tiro. Un padre su misura è il titolo dell’ultimo saggio di Laura Gaetini che come avvocata matrimonialista e rotale da 25 anni scruta l’evoluzione paterna da una prospettiva precisa. Quella dei padri che molto spesso sbagliano. Ma alzi la mano quel padre che, pur senza dare le pessime prove dei personaggi tratteggiati nel libro, può essere certo di non aver mai commesso errori nel rapporto con i propri figli.

Perché mettere insieme tanti padri negativi?
Potrei rispondere con uno dei principi del giornalismo: la paternità buona e positiva non fa notizia, mentre quanto più è brutta tanto più la notizia suscita interesse. Così per i padri. Ma intendevo mostrare anche la differenza tra figura pubblica e figura privata. Einstein, per esempio, prima di documentarmi meglio, lo pensavo un padre e un nonno esemplare, invece è stato quasi crudele con i suoi figli. Gandhi, per voler essere giusto in modo inattaccabile è arrivato addirittura a distruggere la personalità del figlio. Mussolini non è stato un padre granché attento, ma quando la figlia Annamaria si è ammalata ha meditato di lasciare il potere. Purtroppo non è andata così.

Da dove arriva questo interesse per la figura paterna?
Mi occupa di nullità matrimoniale e di tutte le tematiche riguardanti la famiglia da tanti anni. Il rapporto di coppia è la visuale e la dimensione da cui guardo il mondo. Certo le famiglie che io avvicino hanno storie complicate. Quelle felici non vanno dall’avvocato divorzista, quindi la mia è la visione della patologia familiare. Eppure, proprio da queste famiglie ho capito che ciascuna potrebbe disporre di grandissime risorse mentre spesso sono loro stesse causa di un disagio profondo. Ma il rapporto con i figli è quello che dura al di là del matrimonio e quindi va salvaguardato. È quello che cerchiamo di spiegare ogni volta a queste coppie.

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