E’ stato pubblicato oggi il nuovo Statuto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita. Nel Dicastero, istituito da Papa Francesco con il Motu Proprio “Sedula Mater” del 15 agosto 2016, sono confluite competenze e funzioni appartenute al Pontificio Consiglio per i Laici e al Pontificio Consiglio per la Famiglia, che hanno cessato di esistere. A tale Dicastero è “connessa” la Pontificia Accademia per la Vita e con esso ha un “diretto legame” il Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia.

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Nel nuovo Statuto viene specificato che “il Dicastero si adopera per approfondire la riflessione sul rapporto uomo-donna nella rispettiva specificità, reciprocità, complementarità e pari dignità. Valorizzando il ‘genio’ femminile, dà il suo contributo alla riflessione ecclesiale sull’identità e la missione della donna nella Chiesa e nella società, promuovendone la partecipazione”.

Ribadisce poi che il Dicastero “alla luce del Magistero pontificio, promuove la cura pastorale della famiglia, ne tutela la dignità e il bene basati sul sacramento del matrimonio, ne favorisce i diritti e la responsabilità nella Chiesa e nella società civile, affinché l’istituzione familiare possa sempre meglio assolvere le proprie funzioni sia nell’ambito ecclesiale che in quello sociale”. Ricorda che il Dicastero “promuove convegni ed eventi internazionali, in particolare l’Incontro Mondiale delle Famiglie.

Con un riferimento al capitolo ottavo dell’Esortazione apostolica Amoris laetitia, lo Statuto sottolinea la sollecitudine pastorale della Chiesa anche nei confronti delle situazioni dette “irregolari” (cfr AL, 296-306).

Si afferma che il Dicastero “sostiene e coordina iniziative in favore della procreazione responsabile, come pure per la tutela della vita umana dal suo concepimento fino al suo termine naturale, tenendo presenti i bisogni della persona nelle diverse fasi evolutive”. Inoltre, “promuove e incoraggia le organizzazioni e associazioni che aiutano la donna e la famiglia ad accogliere e custodire il dono della vita, specialmente nel caso di gravidanze difficili, e a prevenire il ricorso all’aborto. Sostiene altresì programmi e iniziative volti ad aiutare le donne che avessero abortito”.

Leggi lo statuto.