Si ripete con crescente frequenza il ricorso alla sterilizzazione, in termini medici salpingectomia bilaterale (la rimozione chirurgica di entrambe le tube di Falloppio). E accade non per una qualche motivazione clinica di un simile intervento, bensì su semplice richiesta della donna motivata dal desiderio di evitare definitivamente il concepimento.
La richiedono anche giovani donne senza figli, per lo più tra i venti e i trent’anni, come nel caso, recentemente venuto alla luce, di un intervento condotto in un ospedale del Veronese dopo che era stato negato dai ginecologi di un altro nosocomio perché «clinicamente non appropriato».
La motivazione dichiarata – in questo come in altri casi – è che «ogni donna deve essere libera di scegliere nella sua vita», se avere figli oppure no, o che «non vi è spazio per i figli nella mia vita».
Ma davvero privarsi per sempre della capacità di divenire genitore attraverso un atto coniugale con la persona amata rappresenta una estensione dell’esercizio della libertà nel corso della propria vita, o invece è il contrario?
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