Educare all’amore e accompagnare nel percorso del fidanzamento sembrano, oggi, imprese particolarmente difficili, per alcuni, addirittura, improponibili, ritenendo che i mutamenti culturali e sociali siano tali da mettere radicalmente in discussione l’esistenza stessa dell’istituto del matrimonio. Su questa linea perde valore la condizione del fidanzamento a favore di ormai diffuse forme di convivenza, prematrimoniali o permanenti o almeno “finché ci vogliamo bene”. Anche il percorso di educazione all’amore pare seguire questa deriva, a tutto vantaggio della pretesa di una neutra informazione che assicuri un esercizio della sessualità privo di rischi per sé e per gli altri.
La comunità cristiana conosce bene queste posizioni e le scelte che ne derivano, ma riconosce ancor più e ribadisce il valore e la fiducia nella persona umana come essere educabile all’amore totale, unico, fedele e fecondo, come è l’amore degli sposi, attraverso un percorso progressivo e coinvolgente. Crede, infatti, che la radice dell’amore sia in Dio uno e trino e il suo compimento sia in Cristo, morto e risorto, che dona la sua vita per l’umanità. Crede che questo amore abiti ogni essere umano, che ancora oggi lo ricerca per una vita buona e felice.
La comunità cristiana, per questo, non si stanca di riproporlo ai ragazzi e ai giovani, convinta che le ombre del presente non siano tali da oscurare il loro futuro e che ancora siano attratti dalla luce che promana dall’amore vero.
Ecco, allora, questo testo che, proprio credendo alla possibilità di educare e crescere nell’amore, definisce linee rinnovate per i percorsi verso il matrimonio, chiarisce punti delicati, riconferma il valore del fidanzamento come tempo necessario e privilegiato per conoscersi tra innamorati, per compiere passi importanti e per accogliersi come dono reciproco, se questo è nel pensiero di Dio.
Roma, 22 ottobre 2012
+ Enrico Solmi
Vescovo di Parma
Presidente della Commissione Episcopale per la famiglia e la vita