Incontrando in Aula Paolo VI l’Associazione Retrouvaille, il Papa ricorda il valore delle ferite familiari che, se messe a servizio degli altri, aiutano a guarire se stessi e chi sperimenta quelle stesse piaghe. Sottolinea che la crisi fa parte della storia della salvezza e invita a “perdere tempo” per accompagnare i coniugi con pazienza, rispetto e disponibilità
In Aula Paolo VI Francesco incontra circa 600 persone legate all’Associazione Retrouvaille, un servizio esperienziale per coppie in crisi, sposate o conviventi, che soffrono gravi problemi di relazione, in procinto di separarsi o già separate o divorziate, e che intendono ricostruire la loro relazione d’amore lavorando per salvare il loro matrimonio in crisi, ferito e lacerato. Il Movimento è nato in Canada nel 1977 e attualmente conta oltre 150 comunità nel mondo. Sono 175mila le coppie che hanno completato il programma proposto. In Italia – dove è costituito dal 2002 da quattro comunità – è stato introdotto da don Bernardino Giordano, vicario della delegazione pontificia di Loreto dove Retrouvaille ha fissato la sua sede.
Alcuni passaggi dell’intervento del Papa
La crisi di coppia “non è una maledizione ma un’opportunità”. E “la risposta è prima di tutto accompagnare”
“La crisi non è una maledizione, fa parte del cammino, e costituisce un’opportunità. E anche noi, preti e vescovi, dobbiamo andare su questa strada, far vedere che la crisi è un’opportunità. Altrimenti saremmo preti o vescovi chiusi in noi stessi, senza un dialogo reale con le altre persone”.
Sempre, ha spiegato Francesco, “c’è la crisi nel dialogo reale. Ma per essere credibili bisogna averlo sperimentato”. Voi “siete stati in crisi, siete stati feriti; grazie a Dio e con l’aiuto dei fratelli e delle sorelle siete guariti; e avete deciso di condividere questa vostra esperienza, di metterla al servizio di altri. Grazie di questo perché è un gesto che fa crescere, fa maturare le altre coppie”.
“La crisi ci aiuta a crescere, e quello di cui dobbiamo avere cura è non cadere nel conflitto, perché quando tu cadi nel conflitto chiudi il cuore e non c’è soluzione del conflitto o difficilmente. Invece la crisi ti fa ‘ballare’ un po’, ti fa sentire le cose brutte a volte, ma dalla crisi si può uscire, a patto che si esca migliori. Non si può uscire uguali: o usciamo migliori o peggiori. Questo è importante. E dalla crisi difficilmente si può uscire da soli, dobbiamo uscire sempre tutti in crisi. Questo mi piace. Non avere paura della crisi, avere paura del conflitto!”.
“Non avere paura della crisi, avere paura del conflitto!”
“La crisi ci aiuta a crescere, e quello di cui dobbiamo avere cura è non cadere nel conflitto, perché quando tu cadi nel conflitto chiudi il cuore e non c’è soluzione del conflitto o difficilmente. Invece la crisi ti fa ‘ballare’ un po’, ti fa sentire le cose brutte a volte, ma dalla crisi si può uscire, a patto che si esca migliori. Non si può uscire uguali: o usciamo migliori o peggiori. Questo è importante. E dalla crisi difficilmente si può uscire da soli, dobbiamo uscire sempre tutti in crisi. Questo mi piace. Non avere paura della crisi, avere paura del conflitto!”.
Soffermandosi sulla parola “crisi”, il Papa ha spiegato che è “un’opportunità dolorosa ma un’opportunità, in questo caso opportunità di fare un salto di qualità nella relazione”. “E qui – ha proseguito – vorrei subito aggiungere un’altra parola: ferite. Perché le crisi delle persone producono ferite, producono piaghe nel cuore e nella carne”. “Ferite è una parola-chiave per voi, fa parte del vocabolario quotidiano di Retrouvaille. Fa parte della vostra storia: infatti, voi siete coppie ferite che siete passate attraverso la crisi e siete guarite; e proprio per questo siete in grado di aiutare altre coppie ferite. Non siete andati fuori, non vi siete allontanati nella crisi – questo non va… torno da mamma –; avete preso in mano la crisi e cercato la soluzione.”, ha osservato Francesco.
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Francesco: le crisi coniugali non sono una maledizione ma un’opportunità, di Antonella Palermo, Vatican News, 6 novembre 2021