La pedagogista della Cattolica alla guida della Confederazione dei centri di ispirazione cristiana: non solo emergenze, lavoriamo per ricostruire una cultura familiare capace di incidere nella società

Non solo presidio competente per sostenere le più diverse fragilità familiari. Non solo punto di riferimento privilegiato per le emergenze che attraversano oggi le comunità ecclesiali, dalla conflittualità di coppia agli abusi sui minori. Ma autentico crocevia culturale in grado di collaborare alla ricostruzione di una cultura della famiglia sempre più frammentaria.

Ne è convinta Livia Cadei, sposata, madre di due figli, docente di pedagogia generale alla Cattolica di Brescia, che sabato è stata eletta presidente della Confederazione italiana dei consultori familiari di ispirazione cristiana, la rete che conta oltre 200 centri da Nord a Sud e che fu voluta dai vescovi italiani per dare seguito al documento “Evangelizzazione e sacramento del matrimonio” (1975).

La Confederazione, dopo lunghe e laboriose trattative, prese poi il via nel ’78. Prima presidente fu Ines Boffardi, deputato Dc. E primo assistente ecclesiastico l’allora don Dionigi Tettamanzi, che fu poi cardinale arcivescovo di Genova e di Milano. Gli altri presidenti della Cfc sono stati padre Angelo Serra, Giovanni Maria Solinas, Goffredo Grassani, Domenico Simeone e, fino al 2 agosto scorso, don Edoardo Algeri, scomparso tragicamente a 56 anni. Ora la responsabilità di gestire questo cospicuo e impegnativo patrimonio di impegno solidale e di cultura familiare passa a Livia Cadei.

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