Respinto il ricorso della partner di una donna il cui figlio è nato con la fecondazione eterologa

Solo una persona per la legge italiana «ha il diritto di essere menzionata come madre nell’atto di nascita, in virtù di un rapporto di filiazione che presuppone il legame biologico e/o genetico con il nato». L’ha stabilito la Cassazione che ha respinto il ricorso di una coppia di donne omosessuali, unite civilmente. La partner della madre biologica, il cui figlio è nato in Italia ma è stato concepito all’estero con la fecondazione eterologa, aveva chiesto all’Ufficiale di Stato civile di essere riconosciuta anche lei come genitore. La richiesta era stata inizialmente respinta dal Comune di Treviso.

E poi confermata dal Tribunale di Venezia. Ieri la Cassazione ha spiegato che per la nostra giurisdizione, non ci sono possono essere “due mamme”.

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