di Luciano Moia
“Un’ora di volontariato alla settimana per bambini e ragazzi dai 6 ai 18 anni, da trascorrere facendo compagnia ai nonni oppure, per chi non la fortuna di averli, da trascorrere in una casa di riposo con la supervisione di un adulto”. È la proposta lanciata da Franco Fulceri, toscano di Fornacette, diocesi e provincia di Pisa, per festeggiare i suoi 87 anni, di cui quasi 50 da volontario in servizio permanente effettivo. Marito e padre di due figli, di cui una suora. Una nipote, una vita nelle Ferrovie ma, soprattutto, una dedizione assoluta all’impegno solidale verso tutte le persone in difficoltà.
“Da 48 anni faccio servizio nelle Misericordie”, sintetizza senza dare troppo peso a quel numero, dove invece c’è dentro una vita intera. L’elenco dei suoi incarichi riempirebbe tutto lo spazio a disposizione, ma qualche cenno va fatto per rendersi conto di cos’è stato per lui il volontariato. Anzi, di cos’è ancora, visto che ogni settimana continua a “prendere servizio” alla mensa dei poveri, alla Misericordia di Pontedera. Comincia quasi mezzo secolo fa a muovere i primi passi nel volontariato con i disabili, la cooperativa Co.p.l. Hand, di cui qualche anno dopo diventa presidente. Dal 1991 al 2003 è governatore della Misericordia di Fornacette e poi coordinatore provinciale delle 34 Misericordie del Pisano. Nel frattempo, insieme ad altre associazioni di volontariato, mette in piedi il Servizio 118 della sua zona, tra i primi in provincia di Pisa, e ne diventa responsabile. Diventa anche consigliere regionale e poi nazionale della Misericordie.
Una vita di corsa, mettendo sempre al primo posto le esigenze di chi aveva bisogno del suo aiuto. “Ho fatto decine e decine di viaggi in treno, ma non ho mai chiesto né gettoni di presenza, né rimborsi. Come ferroviere ho sempre viaggiato gratis e questo mi bastava”. A 80 anni, quando sente che le forze vengono un po’ meno lascia tutti gli incarichi. O, meglio, non proprio tutti. Fa ancora parte del Consiglio provinciale della federazione pensionati Cisl e, sempre a Pontedera, continua ad essere responsabile del Servizio di Telesoccorso, sempre gestito dalle Misericordie. “Ma non è un compito difficile, faccio tutto al telefono. Siamo collegati con decine di anziani che vivono soli e che aiutiamo per tutte le necessità, dall’acquisto delle medicine al ritiro dei certificati. Naturalmente interveniamo anche per problemi di salute. Soltanto in quest’ultimo anno abbiamo salvato cinque persone colpite da infarto e da altri malori gravi”.
Un rammarico? “Non avere più le energie di una volta. Un paio di anni fa sono stato investito e per la prima volta sono andato in ospedale da paziente. Quando mi hanno ricoverato non mi sembrava di essere dalla parte giusta. Ma grazie a quella piccola frattura, mi hanno scoperto e salvato da un problema ben più grave, che non sospettavo neppure di avere. Tutto risolto, così a 85 anni sono ripartito”. Cos’è il volontariato? Gli occhi di Franco si illuminano: “Gioia e forza di vivere, si riceve più di quello che si dà e si porta anche in famiglia una grande serenità”.
Per questo vorrebbe che tutti si convincessero a donare tempo ed energie per gli altri. Non tanto, basterebbero 2 o 3 ore la settimana. “Solo quando entriamo in contatto con chi ha davvero bisogno, ci rendiamo conto di cos’è la sofferenza, la solitudine, la disabilità. Se il volontariato funziona, il mondo cambia in meglio. Se diamo concretezza a parole come solidarietà, rispetto, fraternità, giustizia sociale, possiamo davvero sentirci fratelli tutti e contribuire al raggiungimento del grande traguardo della pace”. Oltre a tante buone opere, anche pensieri profondi, perché a 80 anni Franco Fulceri ha cominciato anche a studiare teologia. Tanto per dare più spessore al suo impegno da catechista e da ministro straordinario dell’Eucaristia. “È stato l’arcivescovo Alessandro Plotti (ordinario di Pisa dal 1986 al 2008, ndr) a darmi questo incarico e ci tengo in modo particolare. Come tengo al progetto Un anziano per amico sostenuto nella mia parrocchia da una decina di volontari. Riusciamo a seguire una ventina di anziani”. Che, detto da una persona che proprio oggi compie 87 anni, può far sorridere. “Ma io, finché riesco – scherza – rimango dall’altra parte della barricata”. Perché il volontariato, e lui ne è la dimostrazione vivente, è anche un elisir di giovinezza.
Fonte: Avvenire