di Luciano Moia
Il desiderio di preparare la strada e il rischio di calcarla al posto dei figli, il peso delle eredità familiari e la fatica di riconoscere quando fermarsi. Ecco qualche strumento per orientarsi
Come preparare il futuro dei nostri figli?
Quando si pone la domanda a Google appare subito una sfilata di almeno venti e più siti che propongono investimenti, piani assicurativi, consigli pratici per il risparmio guidato. Come se per preparare il futuro dei nostri figli la prima e unica preoccupazione fosse di natura economica. Desolante deriva di una mentalità, purtroppo ben radicata, secondo cui, una volta sistemato il conto in banca, tutto il resto arriva di conseguenza. Sarebbe troppo facile. Tutti i genitori che hanno fatto crescere i loro figli, li hanno accompagnati alla laurea, al primo lavoro, alle prime esperienze da adulti, sanno bene che non è così, non è “solo” così. Non significa che gli aspetti economici non esistano e non siano, nella maggior parte dei casi, fonte di preoccupazione. I soldi servono, eccome. Ma non bastano. C’è altro, molto altro. Eppure troppo spesso anche l’associazionismo familiare concentra su questo aspetto la maggior parte delle sue rivendicazioni. Gli studi sul “costo dei figli” sono una delle passioni preferite di quegli studiosi – sociologhi, economisti e altro – che da decenni si battono per dimostrare che le politiche familiari riservano ai nuclei con figli soltanto le briciole e che, una volta invertita la tendenza – semmai si riuscirà – le famiglie riprenderanno a prosperare, a fare tanti figli, ad azzerare i conflitti, a risolvere le tante emergenze educative, ad aggirare senza difficoltà i contrasti generazionali e quelli con le famiglie d’origine. Possibile? No, certamente, come dimostrano le esperienze di altri Paesi occidentali, come Francia e Germania che, pur molto più generosi di noi sul piano delle politiche familiari, si trovano a confrontarsi con gli stessi drammatici problemi esistenziali e di senso. Tra cui quello relativo al ruolo dei genitori nell’accompagnare, guidare, orientare le scelte dei figli con tante altre domande correlate: come attrezzarli per affrontare le tante sfide di una società sempre più complessa? Come preparare il loro futuro? Come offrire loro le migliori opportunità in una logica di buon senso e di rispetto? Il buon senso rimanda alle disponibilità – economiche, esperienziali, conoscitive e tanto altro – che ciascuna famiglia può mettere in campo. Il rispetto lo si deve innanzi tutto ai figli ma poi anche alla storia personale di ciascun genitore che non può essere del tutto cancellata. Un bilanciamento difficile ma che va sempre fatto con attenzione e umiltà. Vediamo come.





