di Luciano Moia
Su 62 relatori chiamati ad approfondire i temi del Congresso pastorale, 59 saranno coppie sposate, solo 3 i sacerdoti. E su circa 2mila delegati i tre quarti saranno famiglie.120 i Paesi rappresentati
Dal 22 al 26 giugno papa Francesco accoglierà i circa duemila delegati delle conferenze episcopali, dei movimenti internazionali e delle associazioni familiari (170 delegazioni, 120 Paesi rappresentati). Il X Incontro mondiale delle famiglie verrà aperto mercoledì 22 giugno con il Festival delle famiglie alla presenza del Papa in Aula Paolo VI. Da giovedì 23 a sabato 25 giugno ci sarà il Congresso pastorale, sempre nell’Aula Paolo VI in Vaticano. Sabato pomeriggio la Messa in San Pietro presieduta dal Papa e domenica l’Angelus conclusivo dell’evento.
Se fino a ieri la novità del X Incontro mondiale delle famiglie sembrava concentrata in due aggettivi, multicentrico e diffuso, ora sappiamo che per fotografare al meglio il grande evento siamo costretti ad aggiungere almeno altre due definizioni: laico e pastorale. Sui primi due aspetti è già stato detto tanto. Per la prima volta un grande evento ecclesiale non sarà interamente concentrato solo nella diocesi chiamata ad organizzarlo, questa volta Roma (22-26 giugno), ma sarà appunto ‘diffuso’ in tutte le comunità del mondo per espresso desiderio di papa Francesco.
Se Roma rimane il cuore dell’evento, tutte le diocesi sono chiamate a mettersi in sintonia per dare vita a incontri, manifestazioni, giornate di riflessioni. Ieri, presentando il programma dell’Incontro mondiale, Gabriella Gambino, sottosegretario del Dicastero laici, famiglia e vita, ha ricordato che tante diocesi nel mondo «stanno utilizzando lo stesso schema dell’Incontro che si terrà a Roma e in molti casi perfino gli stessi temi del congresso pastorale». Ma perché ‘laico e pastorale’? Durante la conferenza di ieri è stato reso noto anche il programma definitivo del Congresso pastorale e che – come spiegato sempre dal sottosegretario del Dicastero – a differenza di tutte le edizioni precedenti non avrà conferenze strutturate accademicamente con contenuti teologico- dottrinali, ma sarà un momento di incontro, ascolto e confronto tra operatori della pastorale familiare.
Sono previsti 62 relatori, quasi tutte coppie sposate, tre soli sacerdoti. Una scelta coerente con il tema indicato dal Papa per queste giornate, L’amore familiare: vocazione e via di santità, che riprende alcune indicazioni forti di Amoris laetitia e sollecita coraggiosi sviluppi della pastorale familiare. Perché, come non si stanca di ricordare il Papa, l’Esortazione postsinodale non è un testo teologico-dottrinale, ma pastorale, quindi concreto, reale, impastato con la vita concreta delle coppie e delle famiglie con tutte le fatiche e le fragilità connesse.
Quali temi in particolare, verranno affrontati? «La corresponsabilità sposi e sacerdoti nella pastorale delle Chiese particolari – ha elencato Gabriella Gambino – e poi alcune concrete difficoltà delle famiglie nelle società attuali; la preparazione alla vita matrimoniale delle coppie; alcune situazioni di “periferia esistenziale” all’interno delle famiglie; la formazione dei formatori in una pastorale famigliare piena di sfide e questioni difficili». C’è però un passo preliminare altrettanto importante: «Rendere le famiglie consapevoli che la loro è una vocazione, che nella loro vita quotidiana possono scoprire vie di santità incredibili, che possono trasformare il proprio ambiente di vita ecclesiale e sociale».
Cinque le conferenze principali del Congresso su alcuni temi fondamentali che saranno poi articolato in tre o quattro sotto-temi, nell’ambito di tavole rotonde, che sviluppano ulteriori questioni pastorali prioritarie. In tutto 30 interventi con relatori che provengono da 17 Paesi diversi. Ma quante saranno in tutte le delegazioni presenti a Roma? «In tutto 170 provenienti da 120 Paesi per un totale di circa duemila persone – ha spiegato ieri Leonardo Nepi, del Dicastero laici, famiglia e vita – e anche in questo in larghissima parte saranno famiglie, che rappresentano i tre quarti dei delegati». Ci saranno naturalmente anche sacerdoti e vescovi responsabili della pastorale familiare nelle diverse Conferenze episcopali. Don Walter Insero, direttore dell’Ufficio Comunicazioni sociali della diocesi di Roma, ha ricordato che la conduzione della Festa delle famiglie di mercoledì 22 è stata affidata ad Amadeus e alla moglie Giovanna Civitillo.
E ci saranno altre presenze artistiche, i giovani artisti de “ll Volo” (Gianluca Ginoble, Piero Barone e Ignazio Boschetto), insieme ad alcuni loro familiari, che canteranno ma racconteranno anche la propria esperienza di famiglia. Ci sarà modo di ascoltare anche alcune testimonianze sull’eredità spirituale e l’attualità della testimonianza dei coniugi beati Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi, beatificati nel 2001 da San Giovanni Paolo II, patroni dell’Incontro mondiale, due sposi, hanno sottolineato Gigi De Palo, Anna Chiara Gambini, «a loro modo innovatori. Non solo perché sono la prima coppia di sposi a essere beatificata dalla Chiesa cattolica, il 21 ottobre del 2011 da san Giovanni Paolo II.
Ma anche perché il loro impegno non si esaurì semplicemente nell’accogliere e nell’educare i figli. Furono dediti al servizio e al bene comune. Di fatto iniziarono la pastorale familiare a Roma, proponendo incontri e accompagnamento per fidanzati e sposi. Il loro esempio è una chiamata a quella santità normale. Alla classe media della santità, direbbe papa Francesco».