Come ogni vicenda umana, anche il cammino nuziale – sia nella preparazione che nel suo svolgimento – contiene ragioni di gioia inesprimibile e di ampia gratificazione; non si possono però negare fatiche e, talvolta, disagio così forte da generare lacrime.

Tutti sappiamo quanto sia aumentata nelle coppie sposi la difficoltà, talvolta percorritrice di eventi drammatici, di condividere la vita; sono carenti la capacità di dialogo, l’allenamento alla fatica di vivere, soprattutto una profonda e radicata spiritualità. Tutto questo riguarda un gran numero di persone di tutte le categorie sociali, economiche o di appartenenza religiosa.

Preoccupa il pensiero che molte generazioni dei giovani di un tempo e di quelli contemporanei si siano avvicinati e si avvicinino al sacramento del matrimonio – poichè di questo parliamo – senza la consapevolezza necessaria a riguardo al dono ricevuto o che ricevono (nientemeno che la partecipazione alla Comunione Trinitaria) e alle dimensioni di vita ad esso collegate: l’unicità del rapporto, la fecondità di esso e il suo indefettibile sussistere, sia nell’origine che nell’esperienza.

Diventare segni visibili e credibili dell’amore, che è Dio stesso.

Non possiamo voltare le spalle a quanti, talora loro malgrado, sono travolti da scelte sconsiderate, alle quali tuttavia, come credenti, siamo chiamati a offrire un appiglio, una speranza: “Coraggio, alzati: ti chiama!”. Le parole della folla al cieco di Gerico che gridava a Gesù “Abbi pietà di me!” sono oggi sulla bocca della Chiesa e di ogni credente.

Ci sono sorelle e fratelli ai quali rivolgere attenzione e soccorso, ai quali dire: “Storia matrimoniale complicata, la tua? Un nuovo rapporto ti rende felice e vuoi fare chiarezza sul tuo passato in vista del tuo futuro?”

Per un incontro di verifica e informazione contatta don Giovanni Sedrani (don Gianni)

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