di Luciano Moia
Bonetti: nuove politiche legate alle relazioni familiari e stabili nel tempo. Cartabia: minori al centro nella riforma del diritto di famiglia. Ecco come sarà il nuovo Piano nazionale per la famiglia
Nuove politiche familiari, cioè progetti chiari, volontà politica e impegno trasversale. Le condizioni per la grande svolta ci sono tutte. «La famiglia è un bene collettivo, essenziale per la crescita individuale e della società. Questo bene collettivo può e deve essere tutelato dallo Stato», ha detto ieri, aprendo la Quarta Conferenza nazionale della famiglia, il premier Mario Draghi. «Dobbiamo costruire un modello di politiche familiari che ponga la famiglia al centro», ha aggiunto la ministra per la famiglia, Elena Bonetti. «La famiglia è il luogo della solidarietà tra le generazioni, raccoglie un’eredità che viene da lontano e lo rielabora per consegnarla al futuro», ha sottolineato la ministra per la giustizia, Marta Cartabia, che poi ha spiegato come la riforma del diritto di famiglia che ha ricevuto da pochi giorni il via libera della Camera, ponga al centro il superiore interesse del minore.
Al di là dei contenuti presentati sul percorso per arrivare al nuovo Piano nazionale per la famiglia, pur di grande significato (vedi articolo su Avvenire), il dato politico emerso dall’incontro è quello di un governo schierato in modo convinto dalla parte della famiglia, dell’impegno dei genitori, della natalità. «Formare una famiglia è una scelta intima, che appartiene alla sfera personale e di coppia. È una decisione influenzata da tanti fattori, anche culturali, che evolvono nel tempo», ha detto ancora Draghi. Questi motivi spiegano, almeno in parte, il crollo della denatalità ma va anche considerato che negli ultimi quarant’anni l’Italia ha registrato una spesa pubblica per le famiglie stabilmente più bassa rispetto agli altri principali Paesi europei.
Ora la svolta annunciata: «Usare le politiche pubbliche per rimuovere gli ostacoli alla scelta di formare una famiglia. E mettere le coppie in condizione di avere figli, se lo desiderano».
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Ecco come sarà il nuovo Piano nazionale per la famiglia
Un lungo percorso verso il nuovo Piano nazionale per la famiglia. Quattro aree tematiche (questione demografica; rapporto tra generi e generazioni; disuguaglianze; lavoro in un’ottica di parità di genere) per scandagliare le realtà familiari e offrire proposte concrete con l’obiettivo di ricostruire il quadro delle politiche familiari. È il grande sforzo dell’Osservatorio nazionale per la famiglia diretto da Chiara Giaccardi, docente di sociologia dei processi culturali e comunicativi alla Cattolica, di cui ieri nell’ambito della Quarta Conferenza nazionale per la famiglia, sono stati presentati i report finali.
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Ha concluso Chiara Giaccardi: «Abbiamo raccolto centinaia di proposte che poi entreranno nei report dei vari gruppi. L’approccio è stato concreto per far dialogare tutti su temi come la tutela dei soggetti più fragili e sull’esigenza di rimuovere gli ostacoli verso la piena soggettività delle famiglie. Non abbiamo calato dall’alto belle ricette ma abbiamo preferito ascoltare, partendo da ciò che già esiste, valorizzando le risorse specifiche».