Parlano i ragazzi maggiorenni che hanno alle spalle esperienze positive in famiglie affidatarie o comunità. «Senza l’aiuto ricevuto non ce l’avremmo fatta»
Il volto limpido e autentico dell’affido – l’abbiamo ripetuto tante volte in questi mesi – non è quello urlato nelle piazze della strumentalizzazione politica. E neppure quello denso di ambiguità ideologiche e di interessi economici raccontato a senso unico da certi media. Al di là dei casi giudiziari – che certo esistono e su cui bisogna andare fino in fondo con tutta la determinazione necessaria – per riscoprire la verità dell’affido è fondamentale guardare in faccia i ragazzi che hanno vissuto questa esperienza in prima persona. Ascoltare le loro storie, scoprire quello che ha rappresentato per loro l’abbraccio generoso di una nuova famiglia, in un momento in cui nella propria casa non c’erano le condizioni minime per vivere e crescere serenamente. Oggi, diventati grandi, cosa pensano dell’esperienza vissuta? Per otto ragazzi su dieci l’affido è stato un’ancora di salvezza da situazioni altrimenti senza uscita e l’occasione per costruire legami importanti (87%). È quanto emerge dalla ricerca presentata ieri a Roma da Valerio Belotti (Università di Padova) e Diletta Mauri (Università di Trento) che ha coinvolto quasi 400 care leaver: una fotografia che mostra come per questi giovani i percorsi in comunità residenziale e in affido siano stati decisivi per nuove opportunità di vita (94%).