La quarantena e le restrizioni di questo tempo non fermano certo la creatività dello Spirito. La Comunità di Frattina, feconda realtà ecclesiale del territorio, da tempo offre la possibilità ai fedeli di vivere gli esercizi ignaziani e – davanti alla prospettiva di doverli sospendere a causa del rischio contagio – è stata individuata una nuova modalità per poterne fare esperienza da casa, senza il venir meno della grazia e del beneficio spirituale che sempre li accompagnano. Ce ne dà testimonianza una coppia di sposi.

“Siamo Mattia e Federica, sposi nel Signore dal 2015 ma fidanzati dal lontano 2000! Il percorso di preparazione al sacramento del matrimonio ci ha fatto avvicinare alla Comunità di Frattina e da quel momento viviamo con regolarità questa realtà.

L’Associazione Pubblica di Fedeli chiamata Comunità di Frattina, attualmente composta da tre sacerdoti e due laici consacrati, prevede anche la possibilità dell’appartenenza di coppie sposi. Dopo un periodo di discernimento il Signore ci ha chiamati ad intraprendere un cammino di formazione, che ci porterà ad una eventuale futura appartenenza.

Nel corso di questi anni, tra le tante attività, ci è stata proposta e insegnata la preghiera attraverso il metodo di S. Ignazio di Loyola: per noi è stata una vera scoperta sperimentare quanto il Signore, attraverso la Sua Parola, si renda vivo, attuale e presente nella nostra quotidianità.
Quest’anno avevamo deciso di ritagliarci del tempo “privilegiato “con il Signore, e avevamo aderito alla proposta di partecipare agli esercizi spirituali secondo il metodo ignaziano, che si sarebbero dovuti tenere a fine aprile presso la Comunità.

Vista la situazione problematica attuale ce ne è stato comunicato il rinvio a data da destinarsi e da qui è nata l’idea, insieme ad una amica, di vivere gli esercizi ognuno nella propria chiesa domestica durante la Settimana Santa; proposta subito accolta con grande entusiasmo dalla Comunità.

La giornata iniziava con il collegamento via streaming al mattino per la spiegazione dei due brani e la consegna dei punti di riflessione; da questo momento ci separavamo in due stanze e, come prevede il metodo ignaziano, nel silenzio iniziavamo la nostra giornata di preghiera personale. Durante la mattinata ci dedicavamo al primo brano mentre il pomeriggio lo dividevamo tra il secondo e la “ripetizione” di quello dei due che più aveva risuonato nel nostro cuore. Verso le 18, poi, inviavamo i “frutti” della preghiera alla nostra guida che, nella serata, ci mandava il feedback sul lavoro svolto.

Sono stati quattro giorni di grande grazia, Gesù ci ha guidati e ci ha fatto entrare in contatto con i nostri limiti, rivelandoci come lì dove siamo più deboli e vulnerabili LUI c’è. Abbiamo percorso le tappe della salvezza, Gesù ci ha presi per mano attraverso la sofferenza per poi arrivare alla risurrezione, ogni passaggio importante è stato un messaggio per la nostra vita quotidiana, uno strumento di aiuto per superare le difficoltà e renderci sempre più consapevoli delle grazie ricevute.
È stata un’esperienza che ci ha permesso di crescere nel rapporto di intimità con il Signore, siamo entrati un pochino di più nel mistero della Croce come salvezza, come albero della vita dal quale attingere frutti di eterna speranza.

Un’altra cosa importante di cui ci siamo resi conto è che, anche se in questo periodo, purtroppo, non ci viene data la possibilità di partecipare alla Santa Messa, il Signore trova comunque il modo di incontrarci e di stare con noi. Abbiamo nel cuore la certezza che LUI sa cosa stiamo vivendo, le difficoltà, le sofferenze e la solitudine e che ci invita a non abbatterci ma ad affidare la nostra vita, il nostro quotidiano, la nostra Galilea a LUI e all’intercessione di Maria nostra Madre.

Per noi svolgere gli esercizi spirituali in questo modo è stata una risposta all’invito del Santo Padre a “dare spazio alla creatività che solo lo Spirito è capace di suscitare” e il Signore non ha mancato di far piovere su di noi in questi giorni di preghiera intensa una pioggia di grazie”.