Ricerca della Cattolica: così i nuclei familiari hanno attraversato la fase più critica dell’emergenza Covid. Con i figli minorenni tanta fatica, ma per il 70% anche tanta forza di coesione

Sei famiglie su dieci hanno vissuto forti momenti di stress durante il momento più drammatico dell’emergenza sanitaria. Il peggio è toccato alle famiglie con figli piccoli o adolescenti dove, oltre alla paura del coronavirus per sé e per i propri familiari, hanno pesato preoccupazioni per il lavoro, per il futuro dei figli, per la scuola, per il venir meno delle relazioni, per le tante incertezze che gravavano sulla vita di tutti i giorni. Ma per il 72% delle famiglie, questo momento pesantissimo ha lasciato anche momenti positivi, ha permesso di crescere nella capacità rigenerativa dei legami, di scoprire nelle pieghe di una situazione drammatica, risorse inattese nei rapporti di coppia e in quelli tra genitori e figli. La sfida del cambiamento insomma promette di non lasciare solo macerie e fa sperare che tante profezie di sventura riguardo all’impennata delle separazioni e dei divorzi, che secondo alcuni dovrebbe verificarsi alla fine del lockdown, potrebbero rivelarsi inesatte.

Lo spiega la ricerca “La Famiglia al tempo del Covid 19”, condotta da un gruppo di ricercatori psico–sociali del Centro di Ateneo studi e ricerche sulla famiglia dell’Università Cattolica diretto da Camillo Regalia, insieme alla società Human Highway. È una ricerca svolta in due fasi: la prima si è appena conclusa, la seconda verrà effettuata dopo la fine del periodo del lockdown, quando le attività sociali ed economiche cominceranno a riprendere. La ricerca ha coinvolto 3.000 persone in Italia di età compresa tra i 18 e i 85 anni, che hanno risposto a un questionario on line tra il 30 marzo e il 7 aprile.

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