Nota riassuntiva (prima sessione) della quarta e ultima giornata del Forum Amoris Laetitia

Il Forum “A che punto siamo con Amoris Laetitia? Strategie per l’applicazione pastorale dell’Esortazione di Papa Francesco” è giunto alla sua ultima giornata di lavori. Per la prima volta, tutti i delegati di pastorale familiare a livello di Conferenze episcopali nazionali e regionali, e di Movimenti e Associazioni internazionali, si sono riuniti con il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, per celebrare il 5° anniversario della esortazione apostolica Amoris laetitia.

Quest’ultima giornata, moderata da P. Alexandre Awi Mello, Segretario del Dicastero, è stata suddivisa in due sessioni. La prima, sul tema “La fragilità delle famiglie”, è cominciata con la relazione di Mons.Victor Fernández, arcivescovo di La Plata, intitolata “Accompagnare, discernere e integrare la fragilità”.

Mons. Fernández ha esordito con una analisi del capitolo VIII: «Nel capitolo VIII di Amoris laetitia, Francesco si riferisce a “quelle situazioni che non corrispondono ancora o non corrispondono più al suo insegnamento sul matrimonio” (292), le cosiddette “situazioni irregolari”. Propone un percorso di discernimento per una maggiore integrazione. In ogni caso, per Francesco, è una questione secondaria. Ciò che gli interessa di più sono “i due capitoli centrali, dedicati all’amore” (6). Rispetto ad essi è necessario stimolare “la crescita, il consolidamento e l’approfondimento dell’amore” (89). Ci chiede “prima di tutto una cura pastorale del vincolo” (211) per maturare l’amore e proteggerlo. È una pastorale che stimola la comunione, il dono di sé, la tenerezza e l’appartenenza reciproca. Tutto ciò, nell’intenzione del Papa, è centrale: prendersi cura dell’amore nei matrimoni favorendone la crescita. Perché ” L’amore matrimoniale non si custodisce prima di tutto parlando dell’indissolubilità come di un obbligo, o ripetendo una dottrina, ma fortificandolo grazie ad una crescita costante sotto l’impulso della grazia” (134)». Da qui, la sua provocatoria domanda ai partecipanti: «In questo quadro generale, qual è il significato preciso di questo capitolo che parla di amori infranti? È prima di tutto “un invito alla misericordia e al discernimento pastorale innanzi a situazioni che non rispondono pienamente a quello che il Signore ci propone”(6) ».

Il capitolo VIII dell’Esortazione, ha continuato Mons. Fernandez, cerca dunque di “integrare il bene possibile” e di accompagnare nelle difficoltà. Questo accompagnamento va unito a un continuo discernimento della coppia, che ha comunque dei limiti. Un punto di riferimento centrale per applicare questa tematica sono gli Orientamenti dei Vescovi della Regioni di Buenos Aires (Argentina).

Un intenso e proficuo dibattito è seguito all’intervento molto apprezzato dai partecipanti. Dalla discussione è emerso il desiderio di condividere le buone pratiche e le testimonianze che aiutano a prevenire i diversi tipi di fragilità nelle famiglie e di curare le ferite aperte. Mons. Fernandez ha incoraggiato a insistere su percorsi di accompagnamento personale con le persone ferite. Il principale obiettivo è comunque sempre rafforzare l’amore: a questo bisogna dedicarsi maggiormente.

Nota riassuntiva (conclusioni) della quarta e ultima giornata del Forum Amoris Laetitia

La seconda sessione dell’ultima giornata del Forum “A che punto siamo con Amoris Laetitia? Strategie per l’applicazione pastorale dell’Esortazione di Papa Francesco” è iniziata con la presentazione delle diverse iniziative dell’Anno “Famiglia Amoris Laetitia”, delle quali una delle novità più interessanti è la Prima Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani, istituita il 31 gennaio scorso da papa Francesco.

Il responsabile dell’Ufficio per gli Anziani del Dicastero, dott. Vittorio Scelzo, ha sottolineato come la pandemia ha messo in luce la lungimiranza del Santo Padre sui temi della cultura dello scarto, dell’incontro e delle relazioni.

Per questo, “il cuore della giornata vuole essere l’incontro tra nonni e nipoti e tra giovani ed anziani. Visto che in diverse aree geografiche del mondo a luglio la pandemia impedirà agli anziani di partecipare, chiediamo ai giovani di andare a trovarli –ove possibile – o di realizzare l’incontro in modalità social o via web”.

Rispetto alle celebrazioni eucaristiche per celebrare la Giornata, l’invito del Dicastero è che domenica 25 luglio in ogni comunità ci sia una messa dedicata ai nonni e agli anziani; che i vescovi celebrino in cattedrale o in un luogo significativo; e che ogni parrocchia dedichi almeno una delle liturgie alla Giornata. “Ad essa vorremmo che, laddove possibile, partecipassero nonni e nipoti, giovani ed anziani insieme” ha concluso Scelzo.

Infine, il Cardinale Farrell ha presentato le conclusioni del Forum. In esse, il Prefetto ha voluto individuare alcuni punti che riassumono quanto raccolto nei lavori di questi giorni.

Le famiglie, oggi, hanno bisogno di scoprire che, insieme al sacramento del matrimonio, hanno ricevuto una missione che va condivisa con i pastori; il principale contributo alla pastorale familiare è offerto dalla parrocchia, che è la famiglia delle famiglie, dove vivono in armonia piccole comunità, movimenti ecclesiali e associazioni; c’è bisogno di una formazione più adeguata per sacerdoti, diaconi, religiosi, catechisti e altri operatori della pastorale, insistendo sulla presenza di laici nei percorsi formativi; la formazione delle persone che accompagneranno le coppie nella preparazione al matrimonio deve essere una priorità: coniugi che, una volta formati, possono provvedere alla formazione di altre famiglie, e creare una catena di formatori per avviare processi formativi che si estendano a più famiglie in crescita; la pastorale familiare deve essere fondamentalmente missionaria per raggiungere le persone lì dove si trovano; un’attenzione particolare va data alle famiglie in crisi coniugale o con altre difficoltà: la cura pastorale di coloro che sono separati, divorziati o abbandonati, con particolare riguardo  ai bambini, ai disabili, agli anziani; bisogna raggiungere anche quelle famiglie che sono lontane dalla Chiesa.

Per ultimo, il Card. Farrell ha raccolto la richiesta dei partecipanti di proseguire nel lavoro comune grazie ad una rete di relazioni tra la Santa Sede e le Conferenze episcopali, Movimenti e Associazioni in uno spirito di autentica comunione e stima reciproca.

Come emerso anche da un ultimo giro di domande e risposte, una rete di lavoro comune permetterà di condividere idee, progetti e di essere più efficaci insieme a livello pratico per arrivare al cuore della pastorale, cioè le famiglie di tutto il mondo.