di Mariolina Ceriotti Migliarese
La noia è un grande nemico del nostro tempo: la noia come sensazione di vuoto, demotivazione, mancanza di senso, che ci spinge a cercare sempre nuovi stimoli ed emozioni nel tentativo spesso vano di sfuggirle. In ambito familiare, uno dei motivi per cui molti matrimoni finiscono è che diventano “noiosi”, e uno dei motivi per cui non ci si sposa più è la paura che la convivenza generi abitudine e dunque noia. La noia è il grande nemico degli adulti, ma sta diventando anche il nemico dei nostri bambini, che una volta ne erano naturalmente immuni. Da lei dipendono anche molti comportamenti devianti in adolescenza, età in cui il suo manifestarsi è fisiologico ma in cui le strategie di soluzione del problema sono diventate spesso patologiche.
Con la noia scompaiono la nostra curiosità verso le cose e la piacevole sensazione di sentirci vivi in un universo dotato di senso. Tutti pensiamo che questo avvenga quando le cose si fanno troppo ripetitive e abituali; cerchiamo perciò di combatterla semplicemente moltiplicando le novità. Ma in realtà non sono le cose a diventare “noiose”; ciò che succede non origina fuori ma dentro di noi, perché è lì che si trova la sorgente di energia vitale che ci permette di evitare in modo sicuro il pantano della noia. Questa energia vitale si chiama creatività, concetto legato più di ogni altro a ciò che abbiamo di veramente nostro, unico e personale.
La creatività è il contrario della compiacenza: l’atteggiamento “compiacente” consiste nel leggere la realtà e il mondo come luoghi che richiedono soprattutto adattamento; la creatività ci suggerisce invece che la realtà e il mondo sono luoghi “aperti”, nei quali mettere qualcosa di inedito che viene proprio da noi. Chi è creativo pesca risorse dal proprio mondo interno, per investirle nel mondo esterno e farle fruttare. È dunque un errore immaginare che siano gli altri ad essere responsabili della nostra noia; si tratta piuttosto di imparare ad incrementare le nostre capacità creative e ad investire sempre nuove risorse nella concretezza della vita, perché la vita, anche quella quotidiana, abbia sempre interesse e sapore.
Per fare questo sono necessarie però due condizioni. La prima è quella di darsi da fare per sviluppare senza mai stancarci le nostre risorse interiori: quanto più siamo interiormente ricchi, infatti, tanto più creativi saremo in grado di essere; la seconda, altrettanto importante, è quella di sviluppare linguaggi perché queste risorse possano esprimersi: la spinta alla creatività è sterile se non apprendiamo i modi per darle forma e farla concretamente fiorire. Ogni attività umana ha una sua grammatica, nella quale è necessario diventare competenti perché ciò che facciamo possa nello stesso tempo essere apprezzato dagli altri e darci la soddisfazione che cerchiamo.
Tutto questo vale anche per la vita di coppia dove, se ciascuno sviluppa la propria creatività, diventa un compagno più interessante e piacevole, capace di portare anche all’altro nuovi mondi e nuovi pensieri. Anche in questo caso è necessario però apprendere poco alla volta un linguaggio che ci aiuti a leggere il rapporto nel suo continuo mutare. Dobbiamo rimanere curiosi di chi abbiamo accanto, evitando di racchiuderlo in un paradigma noto e ripetitivo; possiamo sviluppare creativamente la nostra capacità di capire sempre meglio sia noi stessi che l’altro, rendendo così sempre vitale la nostra relazione.
Fonte: Avvenire