Nella terza giornata, la conferenza di Gabriella Gambino e Giovanni Nuzzi sugli Itinerari catecumenali per la vita matrimoniale

La seconda giornata del Congresso teologico pastorale è stata dedicata all’approfondimento della vocazione matrimoniale. Durante la mattinata, dopo la messa presieduta dal card. De Donatis, Vicario di Sua Santità per la Diocesi di Roma, la conferenza principale è stata dedicata all’identità e alla missione della famiglia cristiana. Nei due panel che l’hanno seguita sono stati toccati temi cruciali per la pastorale familiare in particolare in relazione al mondo digitale ed alle periferie esistenziali (migrazioni, dipendenze e violenza in famiglia).

Il pomeriggio è stato aperto dalla relazione di Gabriella Gambino, sotto-segretario del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, che, assieme al marito Giovanni Nuzzi, ha illustrato il documento sugli Itinerari catecumenali per la vita matrimoniale, pubblicato la scorsa settimana dal Dicastero.

“Qual è la preoccupazione più grande per noi genitori quando pensiamo al futuro dei nostri figli?” È stata la domanda centrale della loro esposizione. “Che trovino una strada. E in particolare per noi genitori cristiani? Che trovino la loro vocazione.”

È stata proprio questa la preoccupazione che ha guidato il Dicastero nel redigere il testo che è stato presentato e che è una prima risposta alla sollecitazione, che il Santo Padre ha ribadito in numerose occasioni, che gli itinerari di preparazione al matrimonio vengano ripensati in chiave catecumenale.

Gli itinerari, disponibili per ora solo in italiano e spagnolo, presentano un percorso articolato che inizia con una fase di preparazione remota al matrimonio che deve iniziare fin dalla catechesi dei bambini, in una fase di preparazione prossima della durata di circa una anno ed in una immediata che preceda il giorno delle nozze.

“Il testo – hanno spiegato Gambino e Nuzzi – ha l’obiettivo di rinnovare la preparazione al matrimonio delle prossime generazioni e accompagnare i nostri figli nella loro vocazione. Non è un corso confezionato, ma uno strumento di riflessione pastorale che, a partire da alcuni principi generali, intende essere un aiuto alle Chiese particolari, affinché predispongano i loro percorsi, sulla scia di quanto suggerito dal Santo Padre, in base alle possibilità e alle caratteristiche pastorali di ogni luogo, con libertà e intelligenza pastorale”.

“L’essenza del catecumenato – hanno continuato i relatori – è  un percorso di accoglienza, da parte di una comunità, che sa accompagnarti, custodirti e incoraggiarti. Perché il matrimonio è davvero una vocazione”.

Gli itinerari propongono un cammino che non si esaurisce il giorno delle nozze che non sono “un punto di arrivo, ma l’inizio di una vita sponsale, in cui marito e moglie acquisiranno una rinnovata identità cristiana, come accade per i sacerdoti e i religiosi. E durante questa vita avranno bisogno di essere accompagnati”.

Gambino e Nuzzi hanno concluso la loro emozionata ed emozionante relazione senza nascondere le difficoltà che questa nuova proposta porta con sé: “Il processo che il Santo Padre ci propone sarà complesso: molti saranno perplessi sulla fattibilità di questa proposta, le inerzie affaticheranno il cammino, noi stessi potremo essere scoraggiati dagli ostacoli e dai timori. Ma dobbiamo avere il coraggio di adoperarci al meglio per accompagnare i giovani alla bellezza e all’abbondanza di grazia del matrimonio e della vita familiare. È una missione meravigliosa, è in gioco la vita dei nostri figli!”

Durante il panel successivo, dedicato alla formazione degli accompagnatori, è stata presentata la piattaforma Goodlove che mette a disposizione di tutti i genitori i migliori programmi di educazione affettivo-sessuale ispirati all’antropologia cristiana. La piattaforma Goodlove, raggiungibile all’indirizzo www.goodlove.org vuole essere anche da risorsa per tutti coloro che sono chiamati a collaborare con i genitori nello svolgimento della loro missione educativa in famiglia.

La giornata si è conclusa, in maniera del tutto originale, con il panel su “La comunione familiare, stile di comunione ecclesiale” che si è svolto in quindici parrocchie della periferia romana.