di Francesco Ognibene

Dal Consiglio di ricerca norvegese sulla salute la raccomandazione alle autorità sanitarie di considerare d’ora in poi terapie e interventi sui minori come pratiche sperimentali, con nuove linee guida

Il Norwegian Healthcare Investigation Board (Ukom, Consiglio di ricerca norvegese sulla salute) ha annunciato che sta rivedendo le sue linee guida in materia di disforia di genere e al cambiamento di sesso nei minorenni non ritenendole più basate su prove scientifiche. D’ora in poi «l’uso di bloccanti della pubertà, di terapie ormonali e di interventi chirurgici di riassegnazione di genere sarà limitato a contesti di ricerca e non sarà più fornito in contesti clinici».

Ukom è giunto a questa conclusione a partire dalla determinazione di «garantire un aiuto e un trattamento sicuri per bambini e adolescenti con incongruenza di genere», tema attorno al quale c’è un «dibattito pubblico» con «grandi disaccordi», una «situazione di incertezza» che «influisce sullo sviluppo dei sistemi medici» in materia. La consapevolezza che «ora c’è bisogno di una spinta per migliorare la sicurezza dei pazienti» ha indotto Ukom a condurre «uno studio sul trattamento offerto a bambini e adolescenti con incongruenza di genere» a partire da «notifiche» da parte dei «genitori che mettono in discussione diversi aspetti relativi alla sicurezza dei pazienti» e «mettono in dubbio la prudenza e l’organizzazione del programma di trattamento». Una situazione che ha creato un problema non più ignorabile poiché – si legge ancora nel rapporto “Sicurezza dei pazienti per bambini e adolescenti con incongruenza di genere” pubblicato il 9 marzo in norvegese – poiché «il numero di bambini e adolescenti che richiedono o sono indirizzati alla valutazione e al trattamento nel servizio medico specialistico è aumentato in modo significativo». «L’aumento maggiore – osserva Ukom – è tra gli adolescenti e i giovani adulti», in particolare «ragazze alla nascita che però si identificano come ragazzi. La nostra attenzione è stata quindi particolarmente focalizzata su adolescenti e giovani con incongruenza di genere e disforia di genere in cerca di assistenza sanitaria. I bambini e gli adolescenti non sono completamente sviluppati fisicamente, mentalmente, sessualmente o socialmente. Ciò richiede una vigilanza speciale per quanto riguarda la sicurezza dei pazienti».

Un approccio, come si vede, di estrema cautela, visto che – come si legge nel paragrafo «Conoscenza insufficiente» – «la base di prove, in particolare le conoscenze basate sulla ricerca per il trattamento di conferma del genere (ormonale e chirurgico), è carente e gli effetti a lungo termine non sono ben noti». 

[…]

Continua a leggere l’articolo di Francesco Ognibene su Avvenire