Sabato 18 marzo 2023 alle 20.30 presso la Casa Madonna Pellegrina a Pordenone, si terrà un incontro con l’autore, padre Alessio Meloni, sul tema trattato nei suoi ultimi due libri, ovvero l’analogia trinitaria della famiglia. Dialogano con l’autore una coppia di sposi e genitori, Gianluca e Maria Strafella, moderati da Sabrina delle Fave.

Don Renzo Bonetti, nella prefazione al secondo volume, scrive: «Talora si pensa che il mistero della Santissima Trinità sia già sufficientemente espresso nella vita della Chiesa attraverso la liturgia e le varie formule cristiane che contengono Padre, Figlio e Spirito Santo. In realtà tanto è imperscrutabile il mistero trinitario, quanto non è esauribile la novità pastorale che da esso può scaturire per la vita della Chiesa, particolarmente nella dimensione comunitaria ed evangelizzatrice.

Papa Francesco spalanca una porta e fa intravedere quale fecondità ci può donare la Trinità a partire dall’immagine e somiglianza della coppia di sposi (cfr. Amoris Laetitia 11). Si tratta di avere il coraggio di contemplare questo mistero per poter intravedere come l’uomo e la donna, nella coppia, sono parola-carne e parola-parabola dell’inaccessibile mistero trinitario.

Di questo mistero la famiglia è pagina che può raccontare: la bellezza di quanto Dio ha visto come “cosa molto buona” (Gen 1,31); la bellezza dell’amore descritto nel Cantico dei Cantici; la bellezza di essere una sorta di filo conduttore della storia della salvezza, in cui Dio anche oggi attualizza la Sua alleanza d’amore (cfr. Familiaris Consortio 49).

La coppia-famiglia è la prima autorivelazione di Dio, è un frammento della sua divinità riflesso nel dinamismo d’amore di sposo e sposa e nella loro unità che si esprime in fecondità. Per la coppia cristiana, non si tratta solo di conoscere la sorgente, la Trinità, come l’origine del proprio albero genealogico, quanto piuttosto avere la possibilità di vivere, di essere questo dono. Si tratta quindi si sapersi ed essere portatori di frammenti di infinito, riscontrabili concretamente nel vivere quotidiano di coppia e di famiglia: sperimentare un amore senza limiti, avere un amore per il coniuge e per i figli più grande della propria vita, al punto da essere pronti a morire per amore perché si ritiene che la vita dell’altro sia più importante della propria stessa vita.

Prendendo per assodato il fatto che la famiglia è analogia della Trinità è chiaro che la casa, e non solo la casa, di una famiglia può essere il luogo in cui far sperimentare a chiunque vi entra, o viene a contatto, qualcosa del mistero trinitario. A questo va aggiunta l’identificazione teologica precisa che ha ricevuto la famiglia, fin dai primi secoli della Chiesa, come Chiesa domestica e perciò si intuisce quanto e come essa possa diventare un soggetto pastorale. Oggi, purtroppo, ogni ambiente e ogni forma aggregativa sembra poter avere più significato pastorale di questo dato teologico che è la famiglia analogia trinitaria, la famiglia Chiesa domestica.

Probabilmente, se avremo il coraggio di guardare in faccia una scristianizzazione crescente avremo occasione, alla luce delle verità teologiche circa la famiglia e il matrimonio, di avviare anche nuovi processi pastorali per i quali, a fronte di chiese che si chiudono, si apriranno porte di Chiese domestiche; a fronte di un cristianesimo territoriale che viene meno, si costruirà un “territorio relazionale” nel quale le famiglie saranno naturali portatrici e costruttrici di amore reciproco, con la presenza del Signore (cfr. Amoris Laetitia 315).»