Nel suo nuovo libro lo psicologo e pedagogista Ezio Aceti spiega il valore insostituibile di una famiglia coesa in termini di umanizzazione della vita privata e di quella pubblica

Che cos’è oggi la famiglia? C’è una definizione semplice in grado di esplicitarla? Spesso se ne parla, e forse anche troppo, solo quando è un luogo di incomprensioni, sofferenze e, peggio, luogo di violenza e delitti oppure, al contrario, quando è un rifugio, una comoda placenta. Si oscilla sempre tra una visione fosca e minacciosa di inferno domestico e una visione idilliaca di un paradiso di amore. Ma, al di là di ogni possibile definizione, occorre constatare che essa è la base del processo educativo. Sappiamo che il nucleo fondante di ogni società è la famiglia, intesa come luogo naturale dei legami e degli intrecci. Si nasce in famiglia, si tende verso la famiglia e spesso si muore in famiglia. Nonostante la crisi che naturalmente ha investito anche la famiglia, dobbiamo renderci conto che il cambio di paradigma dal due al tre in famiglia viene vissuto in maniera spontanea e naturale.

Il cambiamento nella famiglia

Dal Settecento sino a oggi la famiglia ha subito molteplici cambiamenti, passando dal modello patriarcale (nucleo esteso di persone che vivevano sotto la stessa casa), a quello “nucleare” o coniugale dei giorni nostri (…). Le questioni del senso del vivere, del bene e del male, della giustizia e dell’ingiustizia, venivano in qualche modo affrontati e partecipati, agevolando così l’apprendimento naturale di un sapere filosofico elementare che passava dai più anziani ai più giovani. Il bene e il male, il giusto e l’ingiusto, l’etica primaria e molti altri valori esistenziali, insieme a tutte le implicanze sociologiche e morali, venivano insegnati dalla vita e dal tessuto familiare, garantendo così la trasmissione generazionale del tesoro filosofico concernente i beni civici ed etici del vivere.

La famiglia oggi e le sfide della modernità

Oggi non è più così. Sono cambiate, in pratica, le varie funzioni della famiglia, con grandi mutamenti, soprattutto sul piano educativo e relazionale. In primo luogo, si osserva una progressiva riduzione dei componenti con una conseguente diversità nelle implicanze educative. Se nella società patriarcale gli anziani avevano un peso educativo determinante nella vita sociale e familiare, oggi, nella società postmoderna, i nonni e gli anziani non vivono più con i nipoti. Anche i figli per coppia diminuiscono, con un conseguente aumento delle famiglie con un unico figlio. La dimensione sociale e relazionale intra-familiare subisce uno scacco enorme con la riduzione e la scomparsa dei fratelli e delle sorelle, impedendo in questo modo una delle più importanti esperienze per l’essere umano: la fratellanza emotiva e affettiva. A questo proposito, si ricorda che l’Italia vanta purtroppo un primato negativo. È uno dei primi Paesi al mondo per il tasso di natalità più basso: appena 1,35 bambini per coppia.

Un altro aspetto di differenza con la famiglia patriarcale riguarda il significato della vita e della morte. Senza una base solida sul significato dell’esistenza, si rischia di precipitare nell’effimero, nella fugacità e nella caducità. Una volta la morte era un’esperienza partecipata e il dolore veniva in qualche modo vissuto da tutti i componenti. Ma oggi, chi parla più della morte o del bene e del male? Il famoso filosofo francese Paul Ricoeur (1913-2005) ammoniva la società perché non trasmetteva più ai bambini il senso del bene e del male, affermando che tutto ciò avrebbe pesato in modo indelebile sul futuro. Non è forse quello che è successo? Se il tempo che stiamo vivendo viene denominato come “l’epoca delle passioni tristi”, è senz’altro dovuto al fatto che la tristezza ha occupato lo spazio che una volta era riempito dal senso e dalla voglia di vivere, dalla passione per la giustizia e dal desiderio di un futuro migliore. Un altro aspetto caratteristico della crisi è correlato con la cura assistenziale agli anziani che, a seguito anche dell’evoluzione della medicina geriatrica, ha subito una profonda trasformazione. Infatti, come abbiamo già accennato, nella società patriarcale, la famiglia allargata partecipava attivamente all’assistenza dei propri ammalati e anziani, praticamente dalla culla alla tomba, con esperienze di solidarietà compassionevole profonda.

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