di Elena Molinari

L’ultima in ordine di tempo è Paris Hilton. Ma la lista delle celebrità del firmamento americano che hanno preso in affitto un utero per avere un bambino si allunga a Elon Musk, Sarah Jessica Parker, al giornalista star della Cnn Anderson Cooper e molti altri. Non è che un segnale dell’esplosione del mercato della maternità surrogata negli Stati Uniti, che diventa sempre più disumano, rivelando esplicitamente il lato commerciale e utilitaristico del business. A inizio mese ha fatto discutere online il video con il quale una coppia di YouTuber gay ha documentato la difficile scelta fra i 12 embrioni che avevano ricevuto da una clinica per l’impianto in una madre surrogata. Nel video, che ha raccolto oltre 4,5 miliardi di visualizzazioni, Shane Dawson e Ryland Adams, descrivono serenamente gli embrioni come «prodotti con un codice a barre». Secondo l’agenzia federale Usa per la sanità Centers for disease control, più di 18.000 bambini sono nati negli Stati Uniti da madri surrogate tra il 1999 e il 2013, e il numero sarebbe quadruplicato negli ultimi dieci anni, arrivando, si stima, a circa 5mila l’anno.

L’odore di affari ha attirato imprenditori e aspiranti tali. Sono almeno tre le società tecnologiche startup che stano sviluppando uteri artificiali (la più avanzata si chiama Gameto). A settembre è apparsa la prima applicazione telefonica, Nodal, che connette potenziali surrogate a futuri acquirenti. E le agenzie intermediarie si moltiplicano, promettendo con sfrontatezza sui loro siti bambini perfetti, del sesso prescelto e alto quoziente d’intelligenza. Una di queste, il ramo Usa dell’agenzia per la maternità surrogata a basso costo di maggior successo al mondo, New Life, sullo sfondo visivo di coppie raggianti che abbracciano bambini bellissimi (sempre bianchi), prometteva «una soluzione per tutte le aspirazioni» per soli 40.000 — meno di un terzo dei costi medi della maternità surrogata commerciale abituali negli Stati Uniti. Il sito è oscurato da un paio di settimane, dopo che un’inchiesta giornalistica ha portato alla luce violazioni etiche riguardanti il reclutamento e il trattamento delle madri e una struttura aziendale opaca che emette contratti senza valore.

[…]

In Georgia, come in Ucraina, i programmi di maternità surrogata commerciale costano dai 40.000 ai 50.000 dollari, mentre i prezzi in Messico salgono a circa 60.000. « In Messico stiamo vivendo di nuovo il boom della maternità surrogata, perché l’Ucraina è chiusa», spiega Ernesto Noriega, amministratore delegato e fondatore di Egg Donors Miracles, un’agenzia per la fertilità con sede a Cancun. L’industria globale della maternità surrogata commerciale valeva circa 14 miliardi di dollari nel 2022, secondo la società americana di consulenza per ricerche di mercato Global Market Insights. Entro il 2032 si prevede che tale cifra salirà a 129 miliardi di dollari

[…]

Le agenzie cercano donne non sposate con bambini che hanno un disperato bisogno di sostegno economico e sono vulnerabili. Se i bambini sono sempre di più oggetti, le donne sono sempre di più vittime».

Leggi tutto l’articolo di Elena Molinari su Avvenire