Dal 2019 dà un bonus di 2-3mila euro ai dipendenti con 2-3 bimbi. In più le rette pagate per gli asili. Vinicio Bulla: la natalità è una priorità, tutti possiamo fare qualcosa

Vinicio Bulla dal 1975 riesce a vendere tubazioni saldate per piattaforme petrolifere a clienti come Shell, Total, Snam, Agip, British Petroleum e da alcuni mesi anche all’Aramco, la compagnia nazionale araba per gli idrocarburi. Eppure l’imprenditore vicentino, a capo della Rivit (180 dipendenti nel Comune di Caltrano) un anno fa ha capito che la vera impresa nell’Italia del 2020 è quella di mettere al mondo figli. Quello che attraversa il nostro Paese da anni, come ha confermato l’Istat settimana scorsa, più che un inverno appare un inferno demografico. Così Bulla ha preso la sua decisione: un bonus da 2mila euro a ogni dipendente a cui nasce il secondogenito, 3mila a chi fa il terzo figlio e poi rette pagate fino all’approdo alla scuola dell’infanzia.

«E per dimostrare che faccio sul serio, non sapendo se camperò da qui a sette anni, ho dato mandato alla mia banca di vincolare i fondi necessari» spiega il capitano d’impresa. Occuparsi della spaventosa denatalità in corso «dovrebbe stare in cima all’agenda di qualsiasi governo – aggiunge Vinicio Bulla – ma anche i privati cittadini possono fare qualcosa, l’imprenditore in special modo: è vero, chi ha un’azienda rischia in proprio e quindi è comprensibile che voglia togliersi qualche sfizio, come la villa o la barca, ma se ha capacità finanziaria ha il dovere di dare il suo contributo».

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