Il ruolo delle famiglie e dei giovani nell’applicazione dell’enciclica che promuove l’ecologia integrale

Famiglia, vita e giovani sono alcuni dei temi focali del documento intitolato “In cammino per la cura della casa comune – A cinque anni dalla Laudato si’ ”, presentato in Sala Stampa ed elaborato dal Tavolo Interdicasteriale della Santa Sede sull’ecologia integrale.

Il testo interdicasteriale, che è il frutto della collaborazione di numerose realtà della Chiesa cattolica e interne alla Santa Sede – tra cui il nostro Dicastero – “intende mettere in luce, spiega il sottosegretario del Dicastero Gabriella Gambino, il richiamo della Laudato Si’ al rispetto per la vita di ogni uomo e per ogni fragilità umana, come requisito per una autentica ecologia integrale. La Laudato Si’ infatti pone le basi per un’adeguata antropologia, senza la quale non è possibile attuare una vera ecologia, ossia una comprensione profonda del senso e degli strumenti che abbiamo a disposizione per proteggere la nostra casa comune”.

Ancora, prosegue Gambino, il Documento “si rivolge a tutti, e in particolare ai giovani, fornendo piste educative e suggerimenti pratici e concreti per attuare la Laudato Si’ in ogni contesto della vita: sociale, pedagogico, economico, scientifico, politico, pastorale, e, non da ultimo, familiare, poiché tutti, adulti e bambini, siamo chiamati ad una conversione ecologica”.

Il testo integrale del documento

Conferenza Stampa di presentazione del Documento

Alcuni passaggi dell’intervento di S.E. Mons. Fernando Vérgez Alzaga

“La terra è ferita, serve una conversione ecologica”. Questa frase è il punto di partenza e di approdo dell’Enciclica di Papa Francesco Laudato si’, in cui il Pontefice collega la salvaguardia dell’ambiente alla giustizia verso i poveri e alla necessità di una inversione di marcia per un’economia che cerca solamente il profitto. Non vi è possibilità di uscita dall’attuale situazione in cui versa il creato se l’umanità non prende coscienza della necessità di cambiare stili di vita. Ma anche del modo di produrre e di consumare.

È fuori dubbio che, come scrive Papa Francesco nell’Enciclica, la sfida ambientale è indissolubile da quella educativa. La persona deve imparare fin dai primi anni di vita a crescere nella consapevolezza delle proprie responsabilità. Questo significa che l’agire deve essere sostenibile dal punto di vista ecologico e solidale, a cominciare in primo luogo dalla famiglia. È indispensabile una “cittadinanza ecologica”, in cui i componenti del nucleo familiare, ma anche quelli di cui è caratterizzata la società, tendano ad aver cura del creato attraverso le piccole azioni quotidiane che si trasformino in stile di vita. Un’ecologia integrale che si concretizza nelle piccole azioni di ogni giorno. A cominciare dal riciclo dei rifiuti, dal rispetto del verde, dal risparmio nel consumo delle acque e dell’energia, nella scelta delle fonti rinnovabili, nell’evitare i gas serra, nel favorire un sempre minore inquinamento atmosferico privilegiando le modalità di trasporto elettrico e nello scegliere antiparassitari e concimi ecologici che rispettino la terra e i suoi frutti.

Occorre promuovere una vera e propria “spiritualità ecologica”, fondata sulla sequela di Gesù Cristo, di cui Francesco d’Assisi è stato testimone vivente. Infatti, come scrive il Pontefice, la vocazione “di essere custodi dell’opera di Dio è parte essenziale di un’esistenza virtuosa”. Se è vocazione non può essere una scelta opzionale o un aspetto secondario del nostro rapporto con Dio e con il prossimo, ma deve influire sul nostro agire e sul nostro modo di affrontare le sfide quotidiane che la vita ci propone. Quanto fatto a livello personale va tradotto anche a livello istituzionale in modo da condizionarne l’operato in senso ecologico.

Alcuni passaggi dell’intervento di S.E. Mons. Angelo Vincenzo Zani

Pedagogicamente il tema dell’ecologia integrale offre una visione paradigmatica dell’attuale crisi, la quale non è soltanto ambientale ma antropologica, in quanto si estende a tutti gli aspetti della vita personale e della convivenza umana e sociale. In primo luogo il mondo dell’educazione è chiamato a creare una maggiore consapevolezza, stimolando l’azione concreta e promuovendo la vocazione ecologica dei giovani, degli insegnanti, dei dirigenti e degli amministratori impegnati quotidianamente nella gestione delle scuole e delle università.

Ma una forte provocazione, dal punto di vista educativo e scientifico, viene dal fatto che i differenti fenomeni legati alla crisi ambientale costringono a misurarsi con la radice comune dell’attuale crisi (e questo è un problema di lettura ermeneutica), e poi ad assumere una prospettiva olistica e, di conseguenza a superare la narcisistica e deleteria frammentazione del sapere per sviluppare a tutti i livelli la inter e transdisciplinarietà. A tutto ciò si lega la necessaria apertura alla trascendenza: per un autentico cambiamento non si può fare a meno della dimensione spirituale, che apre un cammino interiore di conversione e di rinnovamento.

Fonti: Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita e Santa Sede